Autostrada TI-BRE
Favorevoli per:
una politica nazionale delle infrastrutture basata sui più economici (minor superficie occupata, risparmio energetico) e meno inquinanti trasporti su rotaia;
il rapido adeguamento della rete ferroviaria che collega il Brennero al Tirreno (TIBRE ferroviario);
la riqualificazione delle Strade Statali esistenti;
la realizzazione delle tangenziali necessarie ad alcuni centri urbani, senza subordinarle forzatamente alla costruzione dell’autostrada;
il completamento della Reggiolo-Fontevivo, a sud del Po.
Contrari al TIBRE autostradale perché:
non è giustificato da uno studio Costi/Benefici/Obiettivi, né da una seria analisi dei flussi di traffico;
richiede sacrifici territoriali e ambientali troppo alti:
sottrazione di una vasta area agricola;
rottura della maglia poderale, della viabilità minore e rurale, della rete idraulica;
attraversamento con 5 ponti dei fiumi Tione, Mincio, Oglio, Po, Taro, di 2 Parchi Regionali (Mincio e Oglio Sud) e della golena del Po;
scavo di trincee, costruzione di terrapieni, estrazione di enormi quantitativi di inerti;
l’Austria da anni pone forti limitazioni al numero di camion provenienti dall’Italia;
la stessa Autobrennero ha rinunciato a realizzare la terza corsia e ha deciso di investire sulle linee ferroviarie;
sulle strade limitrofe ci sarebbe un aumento di traffico richiamato dall’autostrada.
Preoccupati perché:
nonostante i recenti e frequenti rischi di alluvione si continua a voler impermeabilizzare suoli, riducendo drasticamente i tempi di corrivazione delle acque;
nonostante l’attuale problema delle emissioni in aria e del blocco del traffico si continua ad insistere sul trasporto su gomma, il più inquinante e costoso;
più che rispondere in pubblico ai dubbi dei cittadini si è preferito ottenere preventivamente il consenso degli Enti Locali;
si intende ricorrere alla scorciatoia della Legge Obiettivo per le infrastrutture, che consente al Cipe di assumere le decisioni sul progetto, sentendo la Regione ma escludendo gli Enti locali come Comuni e Province, e permette che il progetto sia sottoposto a Valutazione di Impatto Ambientale semplificata.
Autocisa pensa al nuovo “affare” più che a risolvere veramente i problemi del tratto autostradale che già ha in concessione (attualmente, in una sessantina di chilometri tra Aulla e Fornovo ci sono 7 cantieri con restringimento e continuo cambio di carreggiata).
La nostra zona non è un deserto su cui si possono tracciare linee autostradali a piacimento; è una realtà che si è andata strutturando in secoli e secoli di attività economiche, insediamenti abitativi, complesse realizzazioni idrauliche ed infrastrutturali. E’ un territorio già abbastanza servito da strade , ferrovie e da un fiume navigabile; è sufficiente migliorare l’esistente e costruire il nuovo che veramente serve. Non dobbiamo sperperare il terreno più fertile d’Europa. Il vero problema delle strade italiane è costituito dal trasporto su camion; l’Italia, tra i paesi industrializzati, detiene il record del trasporto merci su gomma mentre in Europa si tende a privilegiare il trasporto su ferro e su acqua.
Si pensa ad un investimento colossale (alla fine, sicuramente oltre 3.000 miliardi) che non offre alcuna opportunità alle popolazioni che vivono ai bordi della nuova autostrada. Ci servono trasporti veri su ferrovia, rapidi e affidabili, per poter spostare rapidamente merci e passeggeri verso Parma, Bologna, Milano e Verona. Ci servono reti di strade efficienti, che valorizzino le risorse economiche e turistiche della zona, che portino gente a vedere, a fermarsi, non a passare a 130 Km all’ora senza neppure sapere cosa c’è dietro la rete metallica.
Noi chiediamo al Governo risposte razionali e compatibili con la realtà economica e ambientale del territorio. Il TIBRE autostradale è inutile e costituisce una risposta sbagliata al problema della mobilità.